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Ultrasuoni microfocalizzati e idrossiapatite di calcio nel trattamento della lassità cutanea

Ultrasuoni microfocalizzati e idrossiapatite di calcio

La combinazione degli ultrasuoni microfocalizzati e filler a base di idrossiapatite di calcio si è rivelata vincente nel trattamento della lassità cutanea, stimolando la produzione di collagene.

La lassità cutanea è uno dei tipici segni del tempo che passa. La pelle, infatti, perde progressivamente elasticità e compattezza, e questo porta il tessuto a “svuotarsi” in alcuni punti ed a cedere verso il basso per effetto della forza di gravità. Questo porta come conseguenza anche la formazione di rughe più profonde, chiamate nello specifico rughe gravitazionali.

Questo quadro caratterizza senz’altro le pelli più adulte: la lassità cutanea, in genere, tende a fare la sua comparsa dopo i 40 anni. Essa si verifica a causa della perdita di collagene, elastina ed acido ialuronico, i tre elementi strutturali della pelle. Questa perdita è di natura fisiologica, ma può essere accelerata da fattori esterni, quali ad esempio l’esposizione al sole e quindi ai raggi UV, il fumo, una dieta non equilibrata e non ultima la genetica. 

Tra le conseguenze che derivano dalla comparsa della lassità cutanea, ci sono le rughe gravitazionali ma anche la perdita di definizione dell’ovale del volto, che si evidenzia in particolar modo a livello del terzo inferiore (la parte del viso che va dalla punta del naso al mento ed alla linea mandibolare). La parte del volto che cede per prima è quella degli zigomi, i quali, trascinando poi con sé le guance, portano ad uno smussamento della linea mandibolare, che diventa così meno definita e meno “ovale”.

Ma perché questo accade? Come abbiamo accennato sopra, la causa biologica è la progressiva diminuzione dei livelli di collagene, di elastina e di acido ialuronico normalmente presenti nel derma, lo strato intermedio della pelle. Collagene ed elastina hanno un ruolo importante di sostegno per l’epidermide, e quindi sono fondamentali nel mantenimento di tono, elasticità e compattezza della pelle. L’acido ialuronico è invece una sostanza che si lega all’acqua formando una matrice gelatinosa, la quale aiuta a mantenere spessore e volume del tessuto cutaneo.

Quando i livelli di queste proteine diminuiscono, vengono meno le loro funzioni, e di conseguenza i volumi di svuotano, il tessuto perde elasticità e tende a cedere verso il basso, con conseguente lassità cutanea e perdita di definizione dell’ovale del volto e della linea mandibolare.

La diminuzione dei livelli di collagene ed elastina è purtroppo fisiologica: a partire già dai 25 anni di età, i fibroblasti, cellule specializzate nel derma, iniziano a rallentare la propria attività, che consiste proprio nella produzione di collagene e di elastina. Le conseguenze non si vedono subito, perché ancora sono presenti delle riserve di nuove fibre di collagene ed elastina, ma quando queste iniziano a scarseggiare, e non ci sono più abbastanza molecole di nuova produzione per rimpiazzare le vecchie, che hanno perso efficienza e vengono degradate dal nostro organismo, allora sì che iniziano a fare la loro comparsa gli inestetismi tipici dell’invecchiamento: rughe, lassità cutanea, perdita di luminosità e idratazione.

Alle cause biologiche dell’invecchiamento si vanno poi a sommare quelle ambientali, che non fanno altro che accelerare il processo. Alimentazione povera di vitamine, trascuratezza nella skin care quotidiana, esposizione al sole non corretta e controllata con il giusto schermo dai raggi UV (la crema solare protettiva, per intenderci) o ancora eccesso di alcolici o abitudine al tabagismo, sono tutti fattori che portano ad un eccesso di produzione di radicali liberi, molecole che favoriscono l’invecchiamento cellulare e cutaneo.

I radicali liberi in eccesso vanno infatti a danneggiare le fibre collagene esistenti, e nel contempo ad accelerare la degradazione dell’acido ialuronico, contribuendo quindi alla depauperazione delle preziose riserve.

I trattamenti di medicina estetica più recenti giocano proprio su questi meccanismi. Sono chiamati trattamenti di biostimolazione (o biostimolazione rigenerativa) perché agiscono proprio “stimolando” la produzione endogena di collagene, per mantenere le riserve sempre ad un livello sufficientemente alto per rendere la pelle più elastica e compatta, e quindi più giovane, fresca e luminosa.

Tra i trattamenti più efficaci, possiamo certamente menzionare gli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati ed il filler a base di idrossiapatite di calcio. Il primo sfrutta il principio fisico del calore emesso dagli ultrasuoni: veicolato in punti strategici del derma grazie alla guida ecografica che permette di visualizzare i vari strati del tessuto epidermico in tempo reale, il calore stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene ed ha un effetto di skin tightening, ossia stimola la contrazione delle fibre collagene esistenti rassodando la pelle. Il trattamento non è neanche minimamente invasivo: il medico passa infatti un manipolo sulla pelle del paziente secondo un protocollo preciso.

Il filler a base di idrossiapatite di calcio è invece un trattamento iniettivo, quindi solo minimamente invasivo e generalmente non doloroso. Attraverso delle microiniezioni si veicola nel derma un prodotto a base di idrossiapatite di calcio formulata in microsfere, immerse in un gel carrier di carbossimetilcellulosa. Mentre il gel funge da riempitivo come il più classico dei filler, l’idrossiapatite di calcio stimola i fibroblasti a produrre nuovo collagene.

Ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati: il “lifting senza bisturi” e l’importanza della guida ecografica

Lo studio ecografico del volto rende il trattamento con ultrasuoni microfocalizzati estremamente preciso e personalizzato poiché è possibile valutare le diverse strutture del volto deputate alla sintesi del collagene e successivamente pianificare il trattamento garantendo una stimolazione precisa e ottimale.

L’ecografia rende inoltre il trattamento estremamente esclusivo e sicuro perché guida l’operatore durante l’intera seduta e permette di visualizzare, e quindi escludere, le strutture anatomiche da non trattare come vasi o componente ossea, riducendo al minio le possibili complicanze.

Idrossiapatite di calcio: in che modo stimola la produzione di collagene

Le microsfere di idrossiapatite di calcio una volta iniettate nel derma entrano in diretto contatto con le cellule deputate alla sintesi del collagene, i fibroblasti, e ne incentivano l’attività e quindi la stessa produzione di collagene.

Idrossiapatite di calcio ed ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati: perché sono la combinazione vincente

Numerosi studi scientifici riportano l’efficacia della combinazione della tecnologia ad ultrasuoni microfocalizzati ad iniezioni di idrossiapatite di calcio dimostrando un miglioramento sostanziale ed amplificato dello skin tightening, e quindi della compattezza e dell’elasticità della pelle. Questa combinazione ci consente di ottenere risultati importanti anche su quei volti già interessati da un aging moderato.

 

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